- Il trattamento invasivo del reflusso venoso e delle varici superficiali migliora la qualità di vita rispetto al trattamento conservativo elastocompressivo.
- La scelta della tecnica chirurgica va personalizzata al singolo paziente: in particolare va considerato il tipo di reflusso patologico scatenante, superficiale, profondo o da perforante. Pertanto, dopo un’accurata raccolta anamnestica ed una valutazione clinica, si deve procedere alla valutazione dell’insufficienza venosa mediante esame ecocolorDoppler, che deve essere sempre eseguito da personale qualificato. Constatata la presenza del reflusso patologico e la sua localizzazione nel sistema venoso superficiale e/profondo e/o perforante si può procedere alla scelta della tecnica chirurgica da attuare.
- Negli ultimi dieci anni, le tecniche mini-invasive, tra cui scleroterapia eco-guidata e l’ablazione endovenosa (laser o radiofrequenza) hanno guadagnato popolarità nel trattamento delle vene varicose, e hanno largamente sostituito la chirurgia.
- Le linee guida rilasciate nel 2013 dal National Institute for Health and Care Excellence (NICE) hanno definito le tecniche minivasive come la termoablazione endovenosa e la scleromousse eco-guidata procedure standard per il trattamento delle vene varicose e dell’incontinenza safenica.
- Questo tipo di procedura consiste nell’introdurre un catetere all’interno del tratto venoso patologico sotto guida ecografica, che consente di ottenere un’occlusione permanente della vena, attraverso un insulto termico. Il flusso venoso viene poi garantito dalle vene superficiali e profonde sane rimanenti.