Quando preferire l’angioplastica alla chirurgia?

Quando è preferito l’intervento endovascolare e quando quello tradizionale di Bypass Per il trattamento di arteriopatie a localizzazione femoro-poplitea?

 

AbuRahma et al. Ann Vasc Dis. 2018 Mar 25;11(1):25-40.

Diverse meta-analisi e studi multicentrici hanno dimostrato che l’ischemia critica degli arti inferiori non si verificava entro i primi 5 anni postoperatori nel 50% -70% dei pazienti sottoposti ad intervento chirurgico di bypass in vena safena, con un tasso di salvataggio d’arto >80% e con tassi di mortalità perioperatoria del 3%. Tuttavia, il bypass chirurgico aperto può presentare alcune limitazioni, comprese le complicanze postoperatorie di morbilità / deiscenza della ferita del 10% -20% e una la prolungata degenza ospedaliera e delle cure ambulatoriali. Diversi studi hanno analizzato gli esiti clinici per i pazienti con ischemia critica degli arti trattati invece con terapie endovascolari, ma sono stati principalmente studi retrospettivi con una eterogeneità dei dati e dei risultati significativa oppure erano studi a singolo centro. Solo pochi studi randomizzati hanno confrontato la terapia chirurgica con quella endovascolare. Tra questi ad esempio va annoverato lo studio BASIL (Bypass vs. Angioplasty in Severe Ischemia of the Leg), che non ha mostrato differenze tra i tassi di sopravvivenza libera da amputazione o di sopravvivenza globale ad 1 anno tra le due tecniche; tuttavia al follow-up a lungo termine, i risultati migliori si sono osservati per il gruppo di pazien sottoposti ad intervento chirurgico. Lo studio BASIC (Bypass o Angioplasty in Sevid Intermittent Claudication) ha concluso che i tassi di pervietà ad 1 anno erano rispettivamente dell’82% e del 43% per bypass e angioplastica. Questa revisione ha analizzato studi che confrontano la terapia aperta con quella endovascolare in pazienti con malattia femoro-poplitea

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