L’aneurisma dell’aorta addominale è un Killer silenzioso! Infatti anche quando diagnosticato e trattato con le migliori tecniche endovascolari minivasive oggi a nostra disposizione può comunque essere causa di morte. Approfondiamo questo aspetto con la lettura di una recente pubblicazione scientifica.
Complicanze della procedura endovascolare per il trattamento dell’aneurisma dell’aorta addominale: mortalità, infarto miocardico e danno renale acuto.
Reis et al. Turk J Anaesthesiol Reanim. 2018 giugno; 46 (3): 222-228.
I pazienti sottoposti a trattamento di aneurisma dell’aorta addominale mediante tecnica endovascolare (EVAR) hanno molto spesso comorbilità che aumentano il rischio di morte, infarto miocardico (MI) e danno renale acuto (AKI). L’ obiettivo di questo studio è stato quello di valutare l’incidenza ed i fattori predittivi di mortalità, infarto miocardico e AKI dopo EVAR e di confrontare l’incidenza di AKI con il punteggio predittivo di lesioni al rene in chirurgia vascolare (VSKIPS).
É stato condotto uno studio retrospettivo sulle procedure EVAR eseguite tra marzo 2006 e novembre 2013. Il danno renale acuto é stato definito come aumento del livello di creatinina > 0,3 mg dL-1 nelle prime 48 ore dopo l’intervento. La mortalità è stata considerata entro 30 giorni dalla procedura.
RISULTATI:
Novantotto pazienti sono stati inclusi nello studio. L’incidenza di mortalità, MI e AKI è stata rispettivamente del 2%, 5% e 18%. L’insufficienza renale acuta ha aumentato il rischio di MI [odds ratio (OR) 24,4, p = 0,006]. Il livello preoperatorio di urea sierica> 50 mg dL-1 (OR 4.97, p = 0.038), l’anestesia generale (OR 9.64, p = 0.002) e la durata dell’intervento chirurgico (OR 1.53, p = 0.043) sono stati considerati fattori predittivi indipendenti di aumento del rischio di danno renale.