In letteratura è riportato un tasso di infezione delle ulcere superiore all’80%. I microrganismi più frequentemente isolati sono lo Staphylococcus aureus e lo Pseudomonas aeruginosa.
Tuttavia è importante non tanto la presenza del microrganismo quanto la sua concentrazione: si parla di lesione infetta quando contiene un numero di batteri superiore a 106 per grammo di tessuto o comunque quando la carica batterica è in grado di interferire con i normali processi di guarigione. Bisogna infatti distinguere la contaminazione, la colonizzazione e l’infezione.
Il termine contaminazione viene utilizzato per descrive le ferite con organismi sulla loro superficie non in replicazione.
La colonizzazione si verifica quando i batteri in grado di replicarsi abitano il tessuto non vitale dell’ulcera in assenza di risposta immunitaria dell’ospite.
I segni classici dell’infezione includono dolore locale, calore, rossore, gonfiore ed essudato purulento. Tuttavia non sempre l’infezione si manifesta così palesemente. Alla luce di ciò sono stati proposti come guida alternativa per valutare la presenza di infezione, con conseguente necessità di trattamento antibiotico, alcuni elementi ulteriori: ritardata guarigione, dolore improvviso, odore anomalo, alterazione del colore (cioè insolitamente scuro) del tessuto di granulazione, tessuto di granulazione friabile, e la presenza di tessuti devitalizzati (fibrinosi o necrosi). Linee guida raccomandano l’uso di medicazioni con agenti antibatterici solo nel trattamento di ferite clinicamente infette, non in caso di colonizzazione batterica.
Di fronte ad un sospetto di infezione è sempre utile eseguire un tampone dell’ulcera per l’identificazione dell’agente patogeno e per stabilire, sulla base dell’antibiogramma, un’eventuale terapia antibiotica per via generale. L’antibiotico terapia dovrebbe infatti essere sempre praticata per via sistemica e solo nel caso di infezioni meritevoli per via topica.
L’antibiotico applicato localmente non raggiunge infatti le concentrazioni utili a svolgere l’azione battericida a causa della diluizione da parte dell’essudato; si verificano importanti resistenze batteriche e possono verificarsi reazioni di sensibilizzazione. La terapia antibiotica topica può pertanto, non solo risultare inutile, ma spesso è dannosa.