La trombosi venosa profonda (TVP) è una patologia piuttosto diffusa. Circa il 20-30% dei pazienti con TVP sviluppa dopo diversi mesi, o addirittura anni, una sindrome post-trombotica.
Si definisce sindrome post-trombotica un quadro clinico, caratterizzato da segni e da sintomi, che si manifestano dopo un episodio di trombosi del circolo venoso profondo degli arti inferiori ed è essenzialmente legata al danno a carico delle valvole e delle pareti venose causate dal trombo. Predilige il sesso femminile, che è colpito con una frequenza tre volte maggiore rispetto a quello maschile. Tale sindrome ha un andamento cronico con fasi di progressione e periodi di temporanea regressione sintomatologica. L’entità dei sintomi è strettamente legata alla sede, all’estensione e all’evoluzione del processo trombotico. In alcuni casi, quando si verifica a seguito di trombosi venose molto distali e soprattutto non estese, può risultare asintomatica.
Non esiste una metodica gold standard per la diagnosi di tale sindrome, ma i segni clinici più frequenti con cui si manifesta includono: edema, iperpigmentazione della cute, eczema venoso, cute a buccia d’arancia, liposclerosi, atrofia ed ulcera cutanea e la comparsa di evidenti vene varicose (cosiddette secondarie). Il trattamento della sindrome post-trombotica si avvale della terapia elastocompressiva, terapia farmacologica, modificazione dello stile di vita ed esercizio fisico. L’elastocompressione, che rappresenta la terapia non-invasiva principale e più utilizzata per la sindrome post-trombotica, può essere effettuata con calza elastocompressiva, bendaggi o con la compressione pneumatica intermittente (pressoterapia). Come riportato dalle linee guida infatti “la prevenzione della Sindrome post trombotica si fonda essenzialmente sulla prevenzione della TVP e consiste nella elastocompressione adeguata per almeno due anni”. (Raccomandazione grado A, livello I b)
La terapia farmacologica ha lo scopo sia di prevenire che trattare tale complicanza della TVP e si avvale di farmaci anti-coagulanti, anti-infiammatori, sostanze vaso-attive (flebotonici), antibiotici e diuretici. Sono inoltre raccomandati l’esercizio fisico, la perdita di peso, la cessazione dell’abitudine al fumo di sigaretta e la posizione in scarico degli arti inferiori durante il riposo. La sindrome post-trombotica risponde favorevolmente al trattamento conservativo assicurando una vita accettabile al malato nel 90% dei casi. Nei restanti casi è possibile prendere in considerazione il trattamento chirurgico. Questo consiste essenzialmente nel trattamento dell’insufficienza venosa che ha determinato il quadro iniziale di trombosi.
In tal senso infatti le linee guida raccomandano: “La terapia della Sindrome post trombotica è prevalentemente conservativa; solo a fronte del suo fallimento, in casi selezionati, sono indicati interventi chirurgici sul sistema venoso superficiale e profondo o propri dell’ulcerazione”. (Raccomandazione grado C, livello IV)
Palacios, Rathbun. Medical Treatment for Postthrombotic Syndrome. Semin Intervent Radiol. 2017 Mar;34(1):61-67. doi: 10.1055/s-0036-1597765.