La patologia vascolare aterosclerotica comprende la coronaropatia (che può portare all’infarto del miocardio), l’insufficienza cerebrovascolare (che ha come complicanza maggiore l’ictus) e l’arteriopatia periferica.
Molto spesso coinvolge più di un distretto vascolare nello stesso soggetto ed è responsabile in alcuni casi di gravi disabilità, nonché di decesso. L’aggregazione piastrinica gioca un ruolo fondamentale nei processi di formazione e progressione delle placche aterosclerotiche. Il trattamento con anti-aggreganti piastrinici (Plavix, Cardioaspirina, Ticlopidina) infatti si è dimostrato efficace nella prevenzione primaria e secondaria delle patologie vascolari, grazie alla capacità di questi farmaci di modulare la risposta infiammatoria a livello delle placche aterosclerotiche, determinandone in tal modo la stabilizzazione. In particolare l’acido acetil-salicilico (cardioaspirina) si è dimostrato, in numerosi studi clinici, in grado di ridurre significativamente il rischio di eventi cardiovascolari, quali l’infarto del miocardio, l’ictus e la morte correlata a tali eventi, soprattutto in soggetti con fattori di rischio quali il diabete mellito, l’obesità, l’ipertensione arteriosa, l’abitudine tabagica e l’insufficienza renale cronica.
Per quanto riguarda la prevenzione dell’ictus, le linee guida della Società italiana di Chirurgia vascolare ed endovascolare (SICVE) raccomandano la terapia anti-aggregante a lungo termine nei pazienti con aterosclerosi carotidea, anche dopo intervento di endarterectomia, allo scopo di ridurre l’incidenza di ictus post-operatorio. Questi farmaci sono in grado di ridurre infatti il rischio di ictus del 25%.
Nei soggetti affetti da arteriopatia periferica, invece le linee guida raccomandano la correzione dei fattori di rischio associata alla terapia con anti-aggregante piastrinico (Acido Acetil-salicilico 100-300 mg/die; Ticlopidina 250-500 mg/die; Clopidogrel 75 mg/die). In particolare in questa categoria di pazienti questa terapia farmacologica si è dimostrata in grado di ridurre a lungo termine il rischio di eventi cardiovascolari, con un’efficacia ben stabilita. Nei casi più gravi, quando è presente dolore a riposo o lesioni ischemiche agli inferiori inferiori, il razionale dell’utilizzo della terapia anti-aggregante è la riduzione del rischio di eventi cardio-vascolari sistemici, il controllo della progressione della malattia aterosclerotica degli arti inferiori ed il mantenimento della pervietà di eventuali bypass e stent.
Fanari. Long-term use of dual antiplatelet therapy for the secondary prevention of atherothrombotic events: Meta-analysis of randomized controlled trials. Cardiovasc Revasc Med. 2017 Jan – Feb;18(1):10-15.