Stile di vita sedentario e scarsa attività fisica rappresentano un fattore di rischio per le arteriopatie: misuriamolo oggettivamente!
Il gruppo di studio dalla Dott.ssa Tessa J. Parsons, medico docente dell’ospedale universitario di Londra, ha recentemente pubblicato uno dei primi lavori mirati ad analizzare l’importanza dell’attività fisica nella prevenzione e nel trattamento delle arteriopatie ostruttive degli arti inferiori; valutandone nello specifico la relazione esistente tra malattia e diverse intensità di esercizio e tra malattia e vita sedentaria.
È risaputo che la prevalenza dell’arteriopatia periferica aumenti in maniera proporzionale con l’età, e considerato l’aumento globale dell’aspettativa di vita, si osserva oggi un numero crescente di persone che soffrono di questa patologia, specialmente nella popolazione anziana over 80.
Nello studio è stata valutata la prevalenza dell’arteriopatia ostruttiva a carico degli arti inferiori in un campione di popolazione generale mediante un test strumentale definito ABI (ankle-brachial-index), test mirato a riconoscere e stadiare le arteriopatie ostruttive degli arti. Nel lavoro si legge come il 9% delle persone visitate soffra di questa patologia; numeri di poco inferiori ad un altro recente studio (NHANES) che stimava la problematica addirittura al 14% della popolazione con età compresa tra i 75 – 79 anni ed al 16% negli over 80.
Il gruppo di ricerca Dott.ssa Parsons ha evidenziato come maggiori valori di attività fisica, intesi come minuti di movimento quotidiani, misurati con un apposito accelerometro portatile (GT3X accelerometer: Actigraph, Pensacola, Florida) che i pazienti dovevano indossare 24 ore al giorno, si associavano a più alti valori al test ABI, indicando dunque come una moderata attività fisica giornaliera rappresenti un fattore protettivo contro le arteriopatie ostruttive periferiche.
Entrando nello specifico l’attività fisica è stata classificata utilizzando i valori di intensità degli impulsi registrati dall’accelerometro ogni minuto: valori inferiori a 100 impulsi al minuto sono stati associati ad un comportamento sedentario, tra 100 e 1040 ad attività fisica leggera e maggiori di 1040 ad un’attività fisica moderata e intensa.
In media la popolazione in esame ha trascorso così la sua giornata: 613 minuti di comportamento sedentario, 203 minuti di attività lieve e 41 minuti di attività moderata/intensa (rispettivamente 72%, 24% e 5% della loro giornata). I pazienti che però hanno raggiunto un maggior tempo di attività fisica moderata o intensa durante la giornata hanno mostrato valori al test ABI più alti.
Lo studio ha però evidenziato un limite importante: ovvero la difficoltà nel dover prescrivere a pazienti anziani uno stile di vita più attivo ed esercizi fisici da eseguire quotidianamente. Ciò è legato al fatto che spesso si verifica una scarsa aderenza ai protocolli, soprattutto per motivi legati alla presenza di altre comorbidità (es. artosi, cardiopatie, etc.).
Un modo concreto per superare questo ostacolo è rappresentato dall’incoraggiare tutte le attività fisiche di intensità moderata, indipendentemente dalla loro durata. Vale a dire dunque pochi minuti di attività fisica ma ripetuti nella giornata, i quali possono essere considerati un fattore protettivo nei confronti delle arteriopatie ostruttive periferiche.
Nel Regno Unito le attuali linee guida fisiatriche raccomandano per gli adulti più anziani almeno 150 minuti di attività fisica moderata al giorno, accumulate in periodi di 10 minuti o più; così come raccomandano anche di ridurre al minimo lunghi periodi di sedentarietà.
Riferimento bibliografico: Tessa J. Parsons Atherosclerosis 247 (2016) 28e34 (PMC4819952 )